Curricolo, materie e numero di ore
Istruzione secondaria di II grado
Indirizzi di studio
L’istruzione secondaria di secondo grado, tecnica e professionale, ha la durata complessiva di 5 anni.
Istituti tecnici
Gli istituti tecnici offrono percorsi di studio nel settore economico e nel settore tecnologico.
I percorsi del settore economico sono organizzati nei seguenti indirizzi:
- amministrazione, finanza e marketing
- turismo
I percorsi del settore tecnologico sono organizzati nei seguenti indirizzi:
- meccanica, meccatronica, energia
- trasporti e logistica
- elettronica e elettrotecnica
- informatica e telecomunicazioni
- grafica e comunicazione
- chimica, materiali e biotecnologie
- sistema moda
- agraria, agroalimentare e agroindustria
- costruzioni, ambiente e territorio
Istituti professionali
La legge 107/2015 ha riformato l’istruzione professionale offerta dagli istituti professionali. La riforma si applica gradualmente dall’a.s. 2018/2019 a partire dalle prime classi e sarà a completo regime nel 2022/2023. La riforma ha previsto una revisione dei programmi di studio al fine di evitare sovrapposizioni con i percorsi tecnici e con l’istruzione e formazione professionale regionale (IFP).
Con la riforma si è passati dai precedenti sei indirizzi di studio a 11 indirizzi. Inoltre, è stato incrementato il tempo dedicato agli insegnamenti di indirizzo e laboratoriali fino al 40% nel primo biennio e fino al 50% nel secondo biennio e nel terzo anno.
L’offerta post-riforma si articola nei seguenti 11 indirizzi:
- agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane;
- pesca commerciale e produzioni ittiche;
- industria e artigianato per il made in Italy;
- manutenzione e assistenza tecnica;
- gestione delle acque e risanamento ambientale;
- servizi commerciali;
- enogastronomia e ospitalità alberghiera;
- servizi culturali e dello spettacolo;
- servizi per la sanità e l'assistenza sociale;
- arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico;
- arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico
Fino a completa applicazione della riforma (2022/2023) continueranno a essere attivi i seguenti indirizzi di studio:
a) settore dei servizi:
- servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
- servizi socio-sanitari
- servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera
- servizi commerciali
b) settore dell'industria e artigianato:
- produzioni industriali e artigianali
- manutenzione e assistenza tecnica
Le competenze relative all’obbligo di istruzione
I cinque anni di studio negli istituti tecnici e negli istituti professionali sono organizzati, solo per fini didattici, in un biennio e in un triennio, articolato a sua volta in un biennio e un ultimo anno. Nel triennio, oltre alle attività e insegnamenti generali comuni a tutti i percorsi, gli studenti acquisiscono e approfondiscono contenuti specifici dell'area di indirizzo fino a raggiungere conoscenze e competenze professionali nel proprio settore di studio, come previsto dal Profilo educativo, culturale e professionale (Pecup). Le competenze acquisite permettono allo studente la prosecuzione degli studi a livello superiore che l'esercizio della professione.
I primi due anni del secondo ciclo di istruzione e formazione sono obbligatori. Di conseguenza, al fine di assicurare una formazione equivalente a tutti i percorsi di istruzione, sono stati definiti i saperi e le competenze che tutti gli studenti devono aver acquisito al termine dell'istruzione obbligatoria. Saperi e competenze integrano i curricoli dei vari percorsi di istruzione secondaria di secondo grado.
Tali saperi e competenze sono organizzati in riferimento a quattro assi culturali: dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico sociale. Saperi e competenze costituiscono, a loro volta, il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione di competenze chiave idonee a preparare i giovani alla vita adulta e ad apprendere in tutto l’arco della vita. Le competenze chiave sono: imparare a imparare, progettare, comunicare, collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire e interpretare l’informazione.
Il curricolo
Il curricolo degli istituti tecnici è definito attraverso Linee guida pubblicate separatamente per il primo biennio (Direttiva Ministeriale 57/2010) e per il triennio (Direttiva Ministeriale 5/2012).
Il curricolo degli istituti professionali che sarà ancora applicato fino al 2022/2023, fino a completa applicazione della riforma, è definito attraverso Linee guida distinte per il primo biennio (Direttiva Ministeriale 65/2010) e per il triennio (Direttiva Ministeriale 5/2012).
Il nuovo curricolo, applicato a partire dalle prime classi nell’a.s. 2018/2019 e che sarà applicato a tutte le classi nel 2022/2023, è definito dal decreto Ministeriale 92/2018.
Tutte le Linee guida, indicano, per ogni settore e relativi indirizzi, le conoscenze e abilità che gli studenti devono acquisire in ogni materia prevista dal piano di studi dello specifico settore e indirizzo. Alle conoscenze e abilità, che costituiscono le condizioni indispensabili per lo sviluppo delle competenze, indicate nelle Linee Guida, si aggiunge il Profilo educativo, culturale e professionale (Pecup) dello studente, che rappresenta ciò che uno studente deve conoscere e saper fare al termine del percorso tecnico o professionale.
Educazione civica è stata introdotta dal 2020/2021 (legge 92/2019) come materia obbligatoria e ha sostituito la precedente 'Cittadinanza e Costituzione'. I contenuti della materia sono organizzati secondo tre pilastri principali:
- Costituzione italiana (principi generali, organizzazione dello Stato e degli enti territoriali, simboli delle istituzioni italiane e comunitarie, studio delle leggi generali e del significato di legalità, ecc.);
- Sviluppo economico e sostenibilità (valorizzazione del lavoro e dell'imprenditorialità, tutela dell'ambiente e del patrimonio, educazione alla salute, rispetto degli animali, ecc.);
- Cittadinanza digitale (uso responsabile degli strumenti tecnologici, sensibilizzazione verso i rischi, contrasto al linguaggio dell'odio, ecc.).
Il Ministero ha fornito alle scuole specifiche “Linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica” (allegate al DM 183/2024). L'educazione civica ha un orario specifico di almeno 33 ore l’anno e il suo insegnamento deve coinvolgere tutte le altre materie curricolari senza aumentare l'orario complessivo settimanale e annuale. Nonostante il suo insegnamento sia cross-curricolare, l'educazione civica è valutata come materia a se stante.
Nell’ultimo anno di corso degli istituti tecnici è obbligatoria l’attività CLIL (Content and Language Integrated Learning).
L'insegnamento della religione cattolica è facoltativo per gli studenti. Gli obiettivi di apprendimento sono definiti d’intesa con la Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Le scuole, nell'ambito del PTOF, possono offrire insegnamenti aggiuntivi che devono essere coerenti con il Pecup previsto per i percorsi tecnici e professionali. Tali insegnamenti sono facoltativi per gli studenti che, una volta scelto il corso, hanno l'obbligo di frequenza. Le materie facoltative concorrono alla valutazione complessiva.
Gli insegnamenti facoltativi sono inclusi nel curriculum dello studente in formato digitale. Nel curriculum dello studente sono raccolti tutti i dati sul percorso di studi seguito, le competenze acquisite, l’esperienza di alternanza scuola-lavoro e tutte le attività extra-curricolari svolte (culturali, artistiche, sportive, di volontariato).
Negli istituti tecnici, il curricolo degli indirizzi del settore tecnologico prevede attività di laboratorio gestite in compresenza da un insegnante con un insegnante tecnico-pratico. Il numero di ore destinate a queste attività varia a seconda dell’indirizzo.
Gli studenti che frequentano gli ultimi tre anni di istruzione secondaria di secondo grado, generale o professionale, svolgono attività di formazione denominate ‘Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). Lo scopo di questi percorsi è di approfondire le conoscenze e competenze degli studenti al fine di aumentare le loro opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e facilitare la scelta per il proseguimento degli studi.
Le attività di formazione impegnano gli studenti degli istituti tecnici per almeno 150 ore e quelli degli istituti professionali per almeno 210 ore. A parte il requisito minimo di impegno orario richiesto, l’organizzazione e le modalità di svolgimento di questi percorsi sono e stesse descritte per i licei.
Per ogni settore e indirizzo dei percorsi tecnici e professionali sono indicati i quadri orari con il monte orario annuale obbligatorio per ogni materia prevista dai relativi piani di studio. Il monte orario settimanale è calcolato su una base media di 33 settimane l'anno di lezione. Un'ora di lezione è considerata di 60 minuti; tuttavia, le scuole possono decidere di organizzare lezioni di durata inferiore, purché venga rispettato il monte orario settimanale obbligatorio per ogni materia.
I quadri orari per ogni settore, indirizzo e articolazione dell'istruzione tecnica sono pubblicati negli Allegati B e C del DPR n. 88/2010.
I quadri orari per ogni settore, indirizzo e articolazione dell'istruzione professionale sono pubblicati negli Allegati da 3A a 3M del Decreto Interministeriale 92/2018.
Istruzione e formazione professionale regionale (IFP)
Non esistono, per i percorsi triennali e quadriennali di IFP di competenza regionale, programmi di studio a carattere nazionale divisi per materie.
L’offerta ordinamentale di IFP, alternativa a quella scolastica, è articolata in due macrotipologie: percorsi a titolarità delle agenzie formative accreditate dalle Regioni ed interventi a titolarità delle istituzioni scolastiche in integrazione con le agenzie formative. In questo ultimo caso le scuole seguono le linee guida delle singole regioni per la realizzazione di tali percorsi.
Per programmare e realizzare l'intervento formativo le strutture predispongono invece un progetto didattico, sulla base dell’analisi dei compiti e delle competenze caratterizzanti la figura professionale obiettivo dell'intervento. È diffusa la progettazione degli interventi articolata per moduli riconducibili alle competenze di base, trasversali, tecnico-professionali.
Per quanto riguarda le competenze chiave per la cittadinanza o di base, il riferimento per la elaborazione del curriculum dei primi due anni dell'obbligo di istruzione è il Documento sulle competenze chiave per il cittadino. Relativamente alle competenze di base per il III e il IV anno, utili alla successiva programmazione didattica, esse sono contenute nell’Accordo del 27 luglio 2011 e si riferiscono agli ambiti della competenza linguistica, della competenza matematica, scientifico-tecnologica e della competenza storico-socio-economica. Tale Accordo ha anche ridefinito i modelli di certificazione finale (qualifica e diploma) e quelli per la certificazione intermedia delle competenze acquisite per gli studenti che interrompono i percorsi.
Per quanto riguarda la programmazione degli obiettivi formativi relativi all’aspetto professionale, il riferimento va agli standard tecnico-professionali per le 26 figure professionali in uscita dai percorsi triennali e per 29 dei percorsi quadriennali (Repertorio Nazionale dell’offerta di IFP come da Accordo 27 luglio 2011). Tali standard sono organizzati attorno a processi di lavoro/attività e competenze richieste alla figura professionale; le competenze sono articolate in abilità e conoscenze.
L’elenco delle 26 qualifiche triennali e delle 29 qualifiche quadriennali è disponibile agli allegati 2 e 3 dell’Accordo 1° agosto 2019 siglato in Conferenza Stato Regioni.
Lo scopo dei percorsi di IFP triennali e quadriennali è quindi quello di qualificare i giovani di 14-17 anni di età i quali manifestino il desiderio di inserirsi, dopo un percorso di durata più breve rispetto a quello della scuola, nel mondo del lavoro. Il percorso garantisce tuttavia, come sopra evidenziato, l'apprendimento di conoscenze e competenze relative agli ambiti culturali sia a quelli professionali e tecnici.
Metodi di insegnamento e materiali didattici
Istruzione secondaria di II grado
Le informazioni sui metodi di insegnamento e i materiali didattici per l’istruzione professionale presso gli istituti tecnici e professionali sono la stesse dei licei.
Istruzione e formazione professionale regionale (IFP)
Un aspetto didattico prevalente, adottato soprattutto nei percorsi a titolarità delle scuole, è costituito dal rafforzamento della didattica orientativa che permette: a) di rendere evidenti e forti i collegamenti tra la formazione e il lavoro futuro; b) di riorientare le scelte dei giovani se non corrispondenti ai loro bisogni e al percorso inizialmente intrapreso, anche e soprattutto attraverso la didattica laboratoriale.
Le Regioni che offrono prevalentemente percorsi di IFP svolti dalle agenzie formative, oltre agli aspetti sopra descritti, danno largo spazio ad indicazioni metodologiche finalizzate alla promozione di approcci e tecniche legati alla didattica attiva, soprattutto quella per progetti, la simulimpresa e le tecniche di simulazione (role play e studi di caso). Insistono inoltre, con forza, sull’utilizzo del metodo basato sulla soluzione di problemi sempre al fine di individualizzare e personalizzare l’apprendimento, nell’ottica di far leva sull’esperienza degli allievi e di prevenire e recuperare quelli a rischio di dispersione e abbandono.
Per questo motivo, le istituzioni formative, oltre a utilizzare le classiche metodologie didattiche attive, tendono ad aprirsi di frequente al territorio partecipando a iniziative extraformative, con visite di studio, concorsi e gemellaggi.
Tali metodologie sono finalizzate a facilitare l’apprendimento e rispondere alla necessità degli allievi di apprendere attraverso la pratica anche contenuti e discipline teoriche. Lo stage, in questo senso, è una misura molto gradita dagli studenti proprio per la sua capacità di rendere attuali e concrete le conoscenze e le competenze apprese in aula e risulta fondamentale dal punto di vista applicativo, orientativo e professionalizzante, soprattutto per la sua valenza didattica. La durata dello stage è determinata dalle singole Regioni, anche in base alla qualifica da conseguire. Nel primo anno tuttavia si presenta in genere di natura orientativa e si realizza attraverso visite guidate alle aziende del territorio; negli anni successivi è di natura applicativa e formativa, gli allievi lavorano in azienda e la loro formazione è coordinata e gestita dal tutor di stage, per l’ente di formazione, e dal tutor aziendale, per quanto riguarda l’azienda ospitante.
Esistono libri di testo specifici per la formazione professionale curati da case editrici che pubblicano anche i testi scolastici. I formatori sono liberi di predisporre dispense o di indicare i libri di testo che ritengono opportuni.
Normativa di riferimento
Legge 28 marzo 2003, n. 53 (riforma del sistema di istruzione, alternanza scuola-lavoro)
Legge 30 ottobre 2008, n. 169 (Cittadinanza e Costituzione)
DPR 15 marzo 2010, n. 87 (riorganizzazione degli istituti professionali)
DPR 15 marzo 2010, n. 88 (riorganizzazione degli istituti tecnici)
DM 22 agosto 2007, 139 (competenze obbligo di istruzione)
Direttiva 15 luglio 2010, n. 57 (Linee guida primo biennio istituti tecnici)
Direttiva 28 luglio 2010, n. 65 (Linee guida primo biennio istituti professionali)
Direttiva 16 gennaio 2012, n. 4 (Linee guida triennio istituti tecnici)
Direttiva 16 gennaio 2012, n. 5 (Linee guida triennio istituti professionali)
Legge 6 agosto 2008, n. 133 (libri di testo)
DM 8 aprile 2009, n. 41 (libri di testo)
Decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179 (libri di testo)
DM 27 settembre 2013, n. 781 (libri di testo)
Legge 13 luglio 2015, n. 107 (riforma del sistema di istruzione, alternanza scuola-lavoro)
Dlgs 13 aprile 2017, n. 61 (riorganizzazione degli istituti professionali)
Decreto Interministeriale 24 maggio 2018, n. 92 (piani di studio e orari negli istituti professionali)