Situazione demografica
La superficie complessiva del territorio nazionale, esclusa la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano, ammonta a 302.068 Kmq. Il territorio è costituito per il 35,2% da 'montagna', per il 41,6% da 'collina' e per il 23,2% da 'pianura'. Il 49,1% della popolazione vive nelle zone di pianura, il 38,8% risiede nelle zone collinari, mentre solo il 12,1% vive nelle zone di montagna.
Al 1° gennaio 2022, la popolazione residente ammontava a 58.983.122 unità (28.747.417 maschi e 30.235.705 femmine), circa 250.000 in meno rispetto all’anno precedente. Nel 2021 si registra ancora un calo delle nascite (-15.461 nati, 6,8%), che si attestano a 399.431.
Al 1° gennaio 2021 la popolazione straniera residente ammontava a 5.171.894 persone, il 7% del totale dei residenti. La maggioranza degli stranieri proviene dai Paesi dell'UE (27,2%), mentre fra i paesi extra-europei, il numero maggiore di ingressi proviene dall’Europa centro-orientale (19,6%) e dall’Africa settentrionale (13,3%).
Al 1° gennaio 2022, l’indice di vecchiaia, cioè il rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione tra 0 e 14 anni, era pari al 187,2% con un costante aumento rispetto agli anni precedenti. Il processo di invecchiamento riguarda tutto il territorio nazionale, ma l'indice di vecchiaia è maggiore nelle regioni del centro e del nord (198,4%), mentre è più basso al sud con la punta minima in Campania (143,8%), che risulta essere la Regione ‘meno vecchia’ del paese.
L’aspettativa di vita alla nascita è 80,1 anni per i maschi e 84,7 anni per le femmine.
Fonte: ISTAT - Annuario statistico 2022, cap. 1 (dati sul territorio) e cap. 3 (dati sulla popolazione).
Le tabelle sottostanti presentano i dati statistici più recenti disponibili relativi alla situazione demografica ed economica e quelli per gli anni 2000 e 2005:
Tabella 1 - Distribuzione della popolazione per età (1° gennaio)
0-14 anni | 15-64 anni | 65 anni e oltre | |
2000 | 14,4% | 67,6% | 18,0% |
2005 | 14,1% | 66,4% | 19,5% |
2022 | 12,7% | 63,5% | 23,8% |
Fonte: ISTAT – Annuario statistico italiano, anni 2001, 2005, 2022, tavola 3.4.
Tabella 2 - Tassi di occupazione e tassi di disoccupazione
Occupazione | Disoccupazione | |
2000 | 53,5% | 10,6% |
2005 | 57,5% | 7,7% |
2021 | 58,2% | 9,5% |
Fonte: ISTAT – Annuario statistico italiano, anni 2001, 2005, 2022, cap. 8.
Tabella 3 - Popolazione straniera (1° gennaio)
Iscrizioni dall'estero |
Cancellazioni per l'estero |
Residenti stranieri al 1° gennaio |
Percentuale rispetto al totale dei residenti |
|
2000 | 226.968 | 56.601 | 1.270.553 | 2,2% |
2005 | 325.673 | 65.029 | 2.402.157 | 4,1% |
2021 | 286.271 | 129.482 | 5.171.895 | 8,7% |
Fonte: ISTAT - Annuario statistico italiano, anni 2001, 2005, 2022, cap. 3.
Lingue ufficiali e lingue minoritarie
L’italiano è la lingua ufficiale. Tuttavia, la legge 482 del 15 dicembre 1999 tutela la lingua e la cultura delle minoranze, così come anche previsto dalla Costituzione e dalle normative europee.
La presenza sul territorio di lingue minoritarie è legata allo stanziamento sul territorio dello Stato italiano di diverse comunità minoritarie, sia per questioni storiche che per questioni geografiche. Le lingue e culture minoritarie tutelate sono 12 e sono parlate:
- nelle aree di confine dove insieme all’italiano si parla il francese (Valle d’Aosta), il tedesco (Trentino/Alto Adige), il ladino (Trentino/Alto Adige), lo sloveno (Friuli-Venezia Giulia);
- presso comunità presenti su tutto il territorio (albanesi, greci, franco-provenzali, catalani, croati, occitani);
- in Sardegna e in Friuli-Venezia Giulia in cui si parla, rispettivamente, il sardo e il friulano.
In base alla legge n. 482, la scuola ha il compito di valorizzare le lingue minoritarie e garantire l’apprendimento in quelle lingue.
A livello centrale, il Ministero dell’istruzione e del merito promuove e finanzia progetti nazionali e locali tramite dei piani di intervento annuali.
Le singole scuole delle aree in cui ci sono le minoranze linguistiche riconosciute organizzano l’apprendimento della lingua e della cultura minoritaria anche in base alle richieste dei genitori. Per la scuola dell’infanzia la lingua di minoranza viene utilizzata per svolgere attività educative, mentre per i livelli di istruzione primario e secondario, la lingua minoritaria può essere usata come lingua di insegnamento.
Religioni
La religione più diffusa in Italia è quella cristiana cattolica che tuttavia non è religione di Stato. La Costituzione repubblicana stabilisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione (...)".
Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, la Costituzione italiana stabilisce che lo Stato e la Santa Sede sono indipendenti e sovrani e che i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Questi risalgono al 1929 e sono stati successivamente modificati nel 1985.
I rapporti fra lo Stato e la Chiesa Cattolica sono regolati dal Concordato, incluso nei Patti Lateranensi, che prevede, fra le altre cose, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali per gli alunni che scelgono di avvalersi di questo insegnamento.
I rapporti tra lo Stato e le altre confessioni religiose sono regolati da intese con le rispettive rappresentanze.
Ultimo aggiornamento contenuti: 8 marzo 2023