Skip to main content
European Commission logo
EACEA National Policies Platform:Eurydice
Popolazione: situazione demografica, lingue, religioni

Switzerland

1.Panorama politico, sociale ed economico e tendenze

1.3Popolazione: situazione demografica, lingue, religioni

Last update: 20 February 2024

Situazione demografica

La Svizzera copre una superficie totale di 41'285 km2. La superficie produttiva, vale a dire quella degli insediamenti, delle infrastrutture e delle aree agricole (esclusi laghi e corsi d'acqua, montagne e superfici improduttive ricoperte di vegetazione) si estende su 30'753 km2, mentre più di un quarto della superficie complessiva è improduttiva. I terreni agricoli corrispondono al 35,9% del territorio e le superfici boschive al 31,3%. La superficie degli insediamenti ammonta a quasi il 7,5%, di cui circa un terzo è dedicato alla circolazione.

Il Giura, l'Altopiano e Prealpi/Alpi formano le tre regioni geografiche principali della Svizzera. Al nord delle Alpi il clima è prevalentemente temperato, di tipo atlantico europeo, mentre al sud il clima è piuttosto mediterraneo.

In Svizzera vivono oltre 8,5 milioni di persone. L'attività economica della Svizzera è concentrata sull'Altopiano. L’84,8% della popolazione vive oggi in aree urbanizzate: circa la metà della popolazione urbana vive in uno dei cinque maggiori agglomerati della Svizzera (Zurigo, Ginevra, Basilea, Losanna e Berna).

Fonti:

Ufficio federale di statistica (UST): Territorio e ambiente
​Ufficio federale di statistica (UST): Popolazione

 

Evoluzione demografica

Dall'inizio del XX secolo la popolazione della Svizzera è più che raddoppiata, passando da 3,3 milioni (1900) a oltre 8,5 milioni. 


Nel 2018 la popolazione è aumentata dello 0,7% rispetto al 2017, superando la soglia degli 8,5 milioni di abitanti. I flussi migratori internazionali e il saldo naturale spiegano la crescita demografica. Il numero di emigrazioni è aumentato (+4,2%), mentre le immigrazioni sono diminuite dello 0,5% rispetto al 2017. Il saldo migratorio che ne risulta diminuisce del 13,2%. L’incremento naturale, ovvero la differenza tra nascite e decessi, progredisce dell’1,7% rispetto all’anno precedente.

 

[[{"fid":"1922","view_mode":"wysiwyg","fields":{"style":"height: 670px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg media-wysiwyg-align-left","data-delta":"3","format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""},"type":"media","field_deltas":{"3":{"style":"height: 670px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg media-wysiwyg-align-left","data-delta":"3","format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""}},"link_text":null,"attributes":{"style":"height: 670px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg","data-delta":"3"}}]]

 

Struttura per età

L'invecchiamento della popolazione prosegue. La quota di persone di oltre 65 anni è aumentata dal 15,4% nel 2000 al 16,0% nel 2005, mentre nello stesso tempo la percentuale di bambini e giovani di meno di 20 anni è diminuita dal 23,1% al 21,9%.

Nel 2018 la percentuale di under 20 era pari al 20%, quella di persone della fascia d’età 20–64 anni al 61,5% e quella di persone dai 65 anni di età al 18,5%.

L'aspettativa di vita media alla nascita era nel 2018 di 81,7 anni per gli uomini e 85,4 anni per le donne.

 

[[{"fid":"1923","view_mode":"wysiwyg","fields":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""},"type":"media","field_deltas":{"4":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""}},"link_text":null,"attributes":{"style":"height: 613px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg","data-delta":"4"}}]]

 

Fonti:
Ufficio federale di statistica (UST): Effettivo ed evoluzione
UST: Età, stato civile, nazionalità
UST: Speranza di vita

 

Attività professionale, disoccupazione

Il tasso di attività (quota di popolazione che partecipa al mercato del lavoro) per i 15-64enni è pari all’ 84,2%. Si registra sì una forte partecipazione della popolazione al mercato del lavoro svizzero, tuttavia una quota considerevole di persone è occupata a tempo parziale. L’elevata quota di posti a tempo parziale in Svizzera si traduce in tassi di attività in equivalenti a tempo pieno (ETP) sensibilmente inferiori ai tassi di attività senza conversione; il tasso di attività in ETP dei 15-64enni è pari al 72,8%. Il tasso di attività delle donne (79,9%) è inferiore di 8,6 punti percentuali rispetto a quello degli uomini (88,5%).

 

[[{"fid":"1925","view_mode":"wysiwyg","fields":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""},"type":"media","field_deltas":{"5":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""}},"link_text":null,"attributes":{"style":"height: 605px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg","data-delta":"5"}}]]

 

Disoccupazione

Tra il 3° trimestre del 2018 e il 3° trimestre del 2019 il tasso di disoccupazione secondo la definizione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) è salito dal 4,4% al 4,6%. 225 000 persone risultavano disoccupate, circa 8000in più rispetto all’anno precedente. Secondo l’ILO il tasso di disoccupazione giovanile (giovani dai 15 ai 24 anni) è aumentato nello stesso periodo dal 9,2% al 10,9%. Nella fascia di età compresa tra i 25 e i 49 anni il tasso di disoccupazione è progredito dal 2,9% al 4,1% mentre si è contratto in quella tra i 50 e i 64 anni (dal 3,8% al 3,2%). Il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato sia tra gli uomini (dal 4,2% al 4,3%) che tra le donne (dal 4,7% al 4,9%). Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione è rimasto invariato tra gli svizzeri (3,4%), mentre è aumentato tra le persone di nazionalità straniera (dal 7,3% al 7,8%).

 

[[{"fid":"1924","view_mode":"wysiwyg","fields":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""},"type":"media","field_deltas":{"6":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""}},"link_text":null,"attributes":{"style":"height: 642px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg","data-delta":"6"}}]]

 

Fonti:
Ufficio federale di statistica (UST): Attività professionale e orario di lavoro
UST: disoccupazione, sottoccupazione e posti liberi

 

Migrazione

La popolazione svizzera contava nel 2018 8 544 500 persone. Con 2 148 300 cittadini stranieri residenti permanentemente in Svizzera, la quota di stranieri sulla popolazione totale era pari al 25,1%.

Nel 2018 la nazionalità maggiormente rappresentata nel nostro Paese era quella italiana (14,9% o 319 300), seguita da quella tedesca (14,3% o 306 200), da quella portoghese (12,3% o 263 300) e da quella francese (6,3% o 134 800). Gli italiani, i tedeschi, i portoghesi e i francesi costituivano quindi da soli circa i tre quarti (72%) degli stranieri provenienti da un Paese membro dell’UE/AELS e quasi la metà (48%) di tutti gli stranieri residenti permanenti in Svizzera (48%).

[[{"fid":"1926","view_mode":"wysiwyg","fields":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""},"type":"media","field_deltas":{"7":{"format":"wysiwyg","alignment":"","field_file_image_alt_text[en][0][value]":false,"field_file_image_title_text[en][0][value]":false,"field_caption[en][0][value]":""}},"link_text":null,"attributes":{"style":"height: 618px; width: 720px;","class":"media-element file-wysiwyg","data-delta":"7"}}]]

Nel 2018, il 37,5% della popolazione residente permanente con 15 anni e più aveva un passato migratorio. Un po’ più di un terzo di questa popolazione è costituito da persone di nazionalità svizzera (974 000 persone). Quattro quinti delle persone con un passato migratorio sono immigrati della prima generazione d'arrivo, il restante quinto è costituito da persone nate in Svizzera e quindi appartiene alla seconda generazione.

 

Popolazione residente permanente di 15 anni o più secondo lo statuto migratorio, nel 2018
  In migliaia In %
Totale 7 165 100,0
Popolazione senza passato migratorio 4 374 61,0
Popolazione con un passato migratorio 2 686 37,5
1a generazione 2 165 30,2
2a generazione 521 7,3
Persone di cui mancano alcuni dati 105 1,5

Fonti: UST, Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS)

Fonte:
Ufficio federale di statistica (UST): Stato ed evoluzione della popolazione in Svizzera
UST: Popolazione di nazionalità straniera
UST: Popolazione secondo lo statuto migratorio

 

Lingue

Secondo la Costituzione federale della Confederazione Svizzera (art. 4 Cost.) in Svizzera vi sono quattro lingue nazionali: il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio. Nel 2017 la maggioranza della popolazione ovvero il 62,6% parlava tedesco, il 22,9% francese, l'8,2% italiano e lo 0,5% romancio. La percentuale di persone che non dichiara come lingua principale una lingua nazionale è di poco superiore al 20%. Il totale supera il 100% poiché le persone potevano dichiarare più lingue principali.

La Legge federale sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche (Legge sulle lingue, LLing) promuove il plurilinguismo individuale e istituzionale in Svizzera e contribuisce al rafforzamento della coesione nazionale. La Legge sulle lingue disciplina l'uso delle lingue ufficiali della Confederazione, il promovimento della comprensione e degli scambi tra le comunità linguistiche, il sostegno ai Cantoni plurilingui per lo svolgimento dei loro compiti specifici e il sostegno delle misure di salvaguardia e di promovimento delle lingue e delle culture romance e italiane nel Cantone dei Grigioni e in Ticino.

Le lingue ufficiali della Confederazione sono il tedesco, il francese e l'italiano: gli atti ufficiali devono essere redatti in queste tre lingue. Il romancio è utilizzato come lingua ufficiale nei rapporti con persone di questa lingua. I Cantoni determinano autonomamente le proprie lingue ufficiali.

Quattro Cantoni (Ginevra, Giura, Neuchâtel, Vaud) hanno il francese come lingua ufficiale. Tre Cantoni (Berna, Friburgo, Vallese) sono ufficialmente bilingui (tedesco e francese) e un Cantone (Grigioni) ha tre lingue ufficiali (tedesco, romancio e italiano). Un Cantone (Ticino) ha l'italiano come lingua ufficiale e i rimanenti 17 il tedesco.

La lingua d'insegnamento nelle scuole è fissata dai Cantoni. Di regola è la lingua ufficiale del luogo (tedesco, francese, italiano o romancio). Nei Cantoni plurilingui, la lingua nazionale da utilizzare per l'insegnamento è decisa a seconda della regione o del Comune.

Nei Cantoni germanofoni la lingua parlata è il dialetto, mentre quella scritta è la lingua standard (diglossia). Il dialetto è utilizzato nelle situazioni quotidiane e nei programmi televisivi e radiofonici locali, mentre la corrispondenza scritta avviene nella lingua standard. Ai Cantoni è affidata la regolamentazione dell'uso del dialetto e del tedesco standard nella scuola e nella maggior parte di essi a partire dalla 1a elementare le lezioni si svolgono principalmente nella lingua standard.

A causa del plurilinguismo, in Svizzera l'apprendimento di una seconda lingua nazionale è particolarmente importante. Per coordinare l'insegnamento delle lingue nella scuola obbligatoria la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) ha adottato una strategia nazionale per lo sviluppo dell'insegnamento delle lingue.



Nel 1997 la Svizzera ha ratificato la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d'Europa. Tra i principi e gli obiettivi principali di questa carta vi è la volontà di preservare e promuovere la diversità linguistica. L'Ufficio federale della cultura (UFC) è responsabile dell'attuazione della Carta.

Fonti:
Ufficio federale di statistica (UST): lingue e religioni

 

Religioni

La Costituzione federale garantisce la libertà di credo e di coscienza (art. 15 Cost.): ognuno ha il diritto di scegliere liberamente la propria religione e le proprie convinzioni filosofiche e di professarle individualmente o in comunità. Ognuno ha il diritto di aderire a una comunità religiosa, di farne parte e di seguire un insegnamento religioso. Nessuno può essere costretto ad aderire a una comunità religiosa o a farne parte, nonché a compiere un atto religioso o a seguire un insegnamento religioso.

La regolamentazione dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato è competenza dei Cantoni. La maggioranza delle costituzioni cantonali riconosce le due principali confessioni cristiane come chiese nazionali o almeno come comunità religiose di diritto pubblico dotate di personalità giuridica; si tratta della Chiesa cattolica romana e della Chiesa evangelica riformata, alle quali si aggiunge in molti Cantoni la Chiesa cattolica cristiana. Diversi Cantoni prevedono inoltre che possano essere riconosciute altre confessioni. Una minoranza dei Cantoni non riconosce chiese nazionali: lo Stato e la Chiesa sono completamente separati.

Negli anni dal 2015 al 2017 il 36,5% della popolazione apparteneva alla Chiesa cattolica romana e il 24,4% alla Chiesa evangelica riformata. Ad altre comunità cristiane appartiene il 6% della popolazione. Le comunità musulmane contano il 5,2% della popolazione. La percentuale di induisti, buddisti, ebrei e persone appartenenti ad altre religioni è rispettivamente inferiore all’1%. Il 25,0% della popolazione è senza confessione.

Nella logica della libertà di coscienza e di credo garantita dalla Costituzione, la partecipazione alle lezioni di religione a scuola non è obbligatoria. La posizione giuridica dell'insegnamento religioso varia da Cantone a Cantone.

Fonti:
Ufficio federale di statistica (UST): lingue e religioni