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EACEA National Policies Platform:Eurydice
Finanziamento dell'istruzione superiore

Italy

3.Finanziamento dell'istruzione

3.2Finanziamento dell'istruzione superiore

Last update: 14 December 2023

Sistema di finanziamento

Lo Stato finanzia le università attraverso tre fondi previsti nel proprio bilancio, da ripartire tra gli atenei:

  • il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO);
  • il Fondo per l'edilizia universitaria e le grandi attrezzature scientifiche (FEU);
  • il Fondo per la programmazione dello sviluppo del sistema universitario (FPS).

Il primo fondo (FFO) si suddivide in tre parti:

  • una quota base, collegata al trasferimento storico (corrispondente cioè a quanto le università avevano ricevuto negli anni precedenti);
  • una quota di riequilibrio, da ripartirsi sulla base di criteri relativi a standard dei costi di produzione per studente e a obiettivi di qualificazione della ricerca;
  • una parte destinata alla stipula di accordi di programma tra gli atenei e il Ministero dell’università e della ricerca.

L'evoluzione normativa degli ultimi anni ha modificato radicalmente le modalità di attribuzione delle risorse statali al sistema universitario introducendo criteri che, gradualmente, riducono il peso dei finanziamenti su base storica a favore di parametri quali:

  • il costo standard per studente;
  • la quota premiale in relazione ai risultati della didattica e della ricerca;
  • gli interventi perequativi a salvaguardia di situazioni di particolare criticità.

Sempre nell'ambito dei finanziamenti annuali attribuiti al sistema universitario sono presenti anche una serie di interventi specifici che, pur facendo parte del FFO, hanno delle destinazioni vincolate. I principali sono:

  • Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti;
  • Fondo per le borse post – lauream per dottorato di ricerca;
  • risorse per i Piani straordinari di reclutamento dei Professori e dei Ricercatori.

(Fonte: Ministero dell’università e della ricerca, pagina ‘Finanziamenti’, ultimo accesso: giugno 2023)

I criteri di ripartizione del FFO sono definiti annualmente con Decreto ministeriale. A queste entrate, si aggiungono i contributi obbligatori nei limiti della normativa vigente e i finanziamenti autonomi (contributi volontari, proventi di attività, rendite, frutti di alienazioni del patrimonio, atti di liberalità, corrispettivi di contratti e convenzioni).

L'Afam riceve, per il suo funzionamento amministrativo e didattico, finanziamenti statali che vengono assegnati dal Ministero dell’università e della ricerca per il tramite della Direzione Generale competente.

Autonomia finanziaria e controllo

Con l’introduzione dal 1994 di un contributo forfetario è aumentata l’autonomia delle università e il modo in cui queste utilizzano il sostegno finanziario proveniente dallo Stato. Per incoraggiare le università a migliorare la qualità dei loro servizi, è stata distribuita una parte maggiore del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) in base a indicatori della performance relativi alle attività di insegnamento, di ricerca e alla efficienza organizzativa dell’istituzione. La destinazione dei fondi per finalità premiali viene stabilita annualmente con Decreto ministeriale. Per l’anno 2022, il DM 581/2022, ha destinato a fini premiali circa il 40% della somma totale ripartita tra gli atenei (Fonte: Ministero dell’università e della ricerca, ‘Atti e normativa’, ultimo accesso: giugno 2023).

Ulteriori cambiamenti nell’autonomia e nel controllo finanziari sono stati introdotti con la legge 240/2010. Da una parte, il nuovo sistema di assicurazione della qualità e di accreditamento delle istituzioni e dei programmi prevede un’ampia revisione della valutazione della qualità, la promozione di buone pratiche e un legame più forte fra le performance delle università e la distribuzione dei finanziamenti. Dall’altra parte, vengono individuati obblighi e linee guida sulla struttura del bilancio delle università per garantire una migliore comparabilità fra le istituzioni e i controlli da parte delle autorità statali.

Entro il 1° gennaio 2015, le università hanno dovuto adottare un sistema di contabilità economico-patrimoniale e il bilancio unico di ateneo e hanno dovuto dotarsi di sistemi e procedure di contabilità analitica, ai fini del controllo di gestione (Fonte: Camera dei Deputati, ‘Aree tematiche’, ultimo accesso: giugno 2023).

Infine, come parte del settore amministrativo pubblico, l’amministrazione finanziaria delle università è soggetta al controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e alla Corte dei Conti.

Tasse di iscrizione

Tutte le università statali o legalmente riconosciute godono di personalità giuridica e di autonomia finanziaria; di conseguenza sono i consigli di amministrazione dei singoli Atenei che stabiliscono l'ammontare delle tasse e dei contributi per ciascun corso di studio.

Vi sono differenze, anche notevoli, fra le università, in rapporto allo stato giuridico delle istituzioni (statali e non-statali), alla loro collocazione geografica sul territorio nazionale, alle diverse tipologie dei corsi di studio (ad esempio, le tasse sono più elevate nelle facoltà scientifiche rispetto a quelle umanistiche). Inoltre, i contributi variano in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare.

Occorre però tenere presente che:

  • il contributo globale degli studenti per la copertura dei costi di gestione e dei servizi non può superare il 20% del finanziamento statale assegnato agli Atenei (DPR n. 306/1997);
  • a livello regionale è prevista una tassa per il diritto allo studio universitario, finalizzata al conferimento di borse di studio e prestiti d'onore (legge n. 549/1995).

Tutti gli studenti pagano le tasse. Gli studenti con un numero insufficiente di crediti CFU e/o fuori corso pagano tasse più alte. Le politiche di differenziazione delle tasse sono applicate in base al settore di studio e al ciclo. Gli studenti italiani e di diversa nazionalità pagano gli stessi importi.

Dal 2021/2022, gli studenti con una dichiarazione ISEE inferiore a 22.000 euro sono totalmente esenti dal pagamento delle tasse universitarie annuali, mentre per coloro che rientrano nella fascia ISEE compresa fra Euro 22.000 ed Euro 30.000 le università applicano esenzioni parziali decrescenti (DM 1014/2021). Nell’anno accademico 2021/22, l’importo medio delle tasse pagate dagli studenti dell’istruzione superiore è stato di circa 1650 euro.

Di solito, non è dovuta nessuna tassa per l'iscrizione ai corsi di Dottorato di ricerca. I vincitori del concorso di ammissione ricevono un assegno mensile dall'università. Gli Atenei hanno tuttavia la facoltà di mettere a concorso anche posti di Dottorato di ricerca non coperti da borsa di studio; in questo caso i dottorandi devono pagare una tassa annuale di iscrizione, stabilita dai singoli atenei.

Per quanto concerne i corsi di Diploma di specializzazione e quelli di Master universitario, l'ammontare delle tasse di iscrizione è stabilito dai singoli Atenei in modo del tutto autonomo.

L'iscrizione e la frequenza ai corsi offerti nel settore Afam sono anch’esse regolate dalle istituzioni del sistema nell’ambito della loro autonomia.

Supporto finanziario per le famiglie degli studenti

Nell'istruzione superiore il supporto finanziario è principalmente destinato agli studenti. Tuttavia, le famiglie con studenti a carico beneficiano indirettamente del supporto ricevuto dagli studenti.

Supporto finanziario agli studenti

La disciplina degli aiuti e dei servizi a favore degli studenti è stabilita a livello centrale (legge n. 390/1991). Allo Stato spettano l'indirizzo, il coordinamento e la programmazione degli interventi in materia di diritto agli studi universitari. Ogni 3 anni, vengono indicati i criteri per la determinazione del merito e delle condizioni economiche degli studenti, le procedure di selezione ai fini dell'accesso ai servizi degli studenti meritevoli e meno abbienti, gli indirizzi per la graduale riqualificazione delle risorse economiche.

Alle Regioni compete l'erogazione di servizi collettivi (mense, trasporto, alloggi, ecc.), l'assegnazione di borse di studio, l'assistenza sanitaria, i prestiti d'onore, ecc. Tali interventi vengono attuati da un apposito organismo di gestione, dotato di autonomia gestionale e amministrativa, costituito presso le singole Università.

Alle Università spetta la funzione di organizzare i propri servizi, compresi quelli di orientamento e di tutorato, in modo da rendere effettivo e proficuo lo studio universitario. Debbono, quindi, provvedere a gestire le biblioteche, i laboratori, i corsi di lingue, i corsi a distanza, i corsi per studenti lavoratori, il lavoro studentesco part-time, l'orientamento universitario, ecc. Le Università possono concedere l'esonero totale o parziale dal pagamento dei contributi in rapporto al reddito e al merito degli studenti. Inoltre, conferiscono borse di studio per la frequenza dei corsi Diploma di specializzazione e per i Dottorati di ricerca (queste ultime finanziate anche attraverso convenzioni con soggetti estranei all'Università).

Al fine di garantire la concessione della borsa di studio a tutti gli studenti idonei, è stato istituito a partire dal 1997 un fondo integrativo nazionale, che grava sui capitoli di bilancio del Ministero, da ripartire tra le Regioni.

Gli studenti di nazionalità straniera usufruiscono degli stessi servizi e aiuti finanziari previsti per i cittadini italiani; sono equiparati ai cittadini italiani gli studenti apolidi o rifugiati politici (legge n. 40/1998).

Sul piano del diritto allo studio, per migliorare le condizioni di alloggio degli studenti fuorisede è stata introdotta una detrazione fiscale del 19% del canone di locazione.

Per quanto riguarda i programmi del terzo ciclo, non sono previsti veri e propri aiuti finanziari da parte dello Stato. Le singole università possono tenere in considerazione le condizioni economiche degli studenti al momento dell'iscrizione ai corsi e dell'assegnazione della relativa borsa di studio.

Per tutti gli studenti, senza distinzione di tipologie di corso e di nazionalità, sono disponibili borse di studio basate sul reddito e sul merito.

La borsa di studio basata sul reddito va da un minimo di 2.482 euro a un massimo di 6158 euro. L'importo annuo più comune è di 4.326 euro.

Gli importi minimo e massimo delle borse di studio sono stabiliti per legge.

I beneficiari delle borse di studio sono esenti da tasse. Nel primo ciclo, il 16,3% degli studenti (sia a tempo pieno che a tempo parziale) ha beneficiato di borse di studio basate sul reddito e il 17,7% nel secondo ciclo. Non sono disponibili dati sulle borse di studio basate sul merito.

Non c'è un limite di età per gli studenti beneficiari di borse di studio.

(Fonte: European Commission, National Student Fees and Support Systems in European Higher Education 2022/2023)

Istruzione privata

Le forme e modalità di finanziamento delle università e delle istituzioni Afam non statali legalmente riconosciute, sono descritte nei paragrafi precedenti.

Oltre agli istituti di istruzione superiore statali o non statali legalmente riconosciuti, operano istituti superiori che non sono trattati in questa descrizione in quanto, al momento, non rilasciano qualifiche corrispondenti ai titoli del primo, secondo e terzo ciclo. Inoltre, si tratta di istituti che afferiscono a ministeri diversi dal Ministero dell'università e della ricerca.

 

Ultimo aggiornamento contenuti: ottobre 2023